26 febbraio 2019: consegna attestati al corso di lingua italiana per migranti

Afghanistan, Albania, Argentina, Burkina Faso, Egitto, Ghana, India, Iraq, Liberia, Mali, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Repubblica Dominicana, Romania, Sri Lanka: queste le 16 nazionalità dei 40 studenti iscritti ai due corsi di lingua italiana (A1 e A2) promossi da Fondazione Caritas Pesaro in collaborazione con il Centro per l’Impiego di Pesaro, partiti lo scorso 20 novembre e finanziati dalla CEI con i fondi del programma “Liberi di partire, liberi di restare” nell’ambito del progetto “Dalle periferie al centro”.

I corsi, della durata di 48 ore ciascuno, sono terminati martedì 26 febbraio: giorno in cui si è tenuta anche la consegna degli attestati di partecipazione insieme a un momento di festa. Presenti alla consegna degli attestati anche Emilio Pietrelli, Direttore di Fondazione Caritas Pesaro, e Claudio Andreani, Responsabile del Centro per l’Impiego di Pesaro. Ai partecipanti è stata donata anche una copia della Costituzione della Repubblica Italiana.

Anche se non tutti gli studenti sono riusciti a frequentare il corso fino alla fine – chi perché ha trovato lavoro, chi perché ha cambiato città o regione, chi per altri motivi – ciò che conta è il percorso che hanno intrapreso. Conoscere una lingua significa crescere in autonomia e autostima, avere maggiori possibilità di trovare un lavoro, comprendere meglio la cultura nella quale si è calati, creare nuove relazioni e amicizie, dare una spinta a quel processo di reale integrazione che è la base per una vita ‘buona” nel paese che ci ospita.

Durante gli incontri, allo studio della grammatica e all’approfondimento di elementi di educazione civica, si sono alternati momenti di scambi culturali dove ognuno ha avuto la possibilità di gettare uno sguardo “altro” sul mondo, a partire dagli occhi della compagna o del compagno vicino.

E come sempre succede quando si condivide un pezzo di strada insieme, ci si ritrova tutti “compagni di viaggio”, arricchiti di una nuova conoscenza su di sé e sul mondo, che poi è il vero senso di ogni cammino.

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