Il virus crea nuovi poveri. Frigoriferi vuoti, è allarme rosso.

Il responsabile della Caritas diocesana di Pesaro, Emilio Pietrelli: “Abbiamo un forte aumento di richieste”.

di SOLIDEA VITALI ROSATI

Pesaro, 4 maggio 2020 – Il Coronavirus ha creato nuove povertà soprattutto per le famiglie segnate dal lavoro precario e discontinuo, magari in nero. Un’economia dal fiato corto, socialmente gravida di complicazioni di cui è preoccupato testimone Emilio Pietrelli, responsabile della Caritas Diocesana di Pesaro. Pietrelli non ha ancora le statistiche pronte, ma la sensazione conferma il dato diffuso dalla Caritas nazionale che segna un netto aumento delle richieste di aiuto.

L’indagine Caritas Italia parla di un 114% in più di persone che bussano alla porta per aggiudicarsi il pacco viveri…

«Sì abbiamo un forte aumento di richieste a livello locale che non posso ancora mettere su un grafico – osserva Pietrelli – ma certamente l’aria che tira è pesante. Basti dire che a Pasqua abbiamo consegnato 140 pacchi viveri e raggiunto, grazie alla distribuzione fatta per noi da Croce Rossa e Protezione Civile, 400 persone. Tutti i giorni con “il carrello di solidarietà”, la raccolta cibo affidata a gente che nel fare la spesa acquista e dona alimenti a Caritas, distribuiamo 2 quintali e mezzo di alimenti. L’avevamo prevista fino a fine aprile, ma viste le circostanze che stiamo vivendo continuerà».

Già le circostanze: il Coronavirus ha messo molti nuclei familiari su un piano inclinato. Per innescare la fuga verso il basso basta un niente. «Siamo davanti ad una nuova povertà che mi preoccupa molto perché chi ne è colpito ne rimane spiazzato. I rischi collaterali sono tutt’altro che innocui». Pietrelli profila dimensioni di fragilità legati alla psicologia di persone non abituate ad avere il frigorifero vuoto, a non avere nemmeno il minimo in tasca per acquistare cibo fresco e che, senza una prospettiva di riprendere il lavoro potrebbero fare scelte pericolose come rivolgersi a chi pratica l’usura.

L’idea nasce da un continuo ascolto che proviene dalle persone al telefono amico di Caritas. «In questo periodo sono tanti gli stagionali che chiamano perché veramente allo stremo». Pietrelli racconta che molte sono donne: «In un contesto normale già a marzo avrebbero ripreso il lavoro come cameriere ai piani o aiutocuoca in cucina. Ma con il settore della ristorazione e del turismo praticamente fermi hanno esaurito la disponibilità soprattutto in termini di liquidità. Ho anche diversi lavoratori in cassa integrazione che chiamano sia perché l’assegno potrebbero ancora non averlo ricevuto e sia perché la riduzione in busta paga comunque ne limita fortemente la capacità di fare spese. E’ gente abituata a fare sacrifici, tirare la cinghia, ma che non ha mai avuto il frigorifero vuoto. Ne ho ricevute di telefonate di chi pur apprezzando il pacco viveri chiede se c’è possibilità di acquistare un po’ di fresco come carne e verdura. E’ comprensibile non si può pensare di andare avanti per più di un mese e mezzo con tonno e legumi in famiglie dove ci sono anche bambini»

Il pacco della Caritas infatti è costituito da pasta, tonno, latte, farina, zucchero e legumi. Per Pietrelli, l’idea dei buoni spesa che portano le famiglie in difficoltà ad avere liquidità da spendere in beni che non sono sempre inclusi nei pacchi è stata molto importante. «Devo dire che la città è molto generosa: abbiamo avuto anche buoni donati che abbiamo girato alle famiglie veramente a corto di soluzioni – conclude Pietrelli -. Chi aderisce al carrello della solidarietà vorrei ricordare di non preferire solo la pasta: tra le donazioni mancano tonno, latte, farina, zucchero e legumi che come detto, sono necessari a completare il paniere e a renderlo più equilibrato».

Da Il resto del Carlino Pesaro, 4 maggio 2020

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/caritas-aiuto-poveri-1.5134239?fbclid=IwAR2RkoEK3FEjxuFPSUtlBysYpZYgSnagxNfPOi07oLDZOfQEpy3ViK8defo

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